L’ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili, ha recentemente pubblicato uno studio intitolato “Il Project Financing in Italia”.
Il documento si apre con due interessanti introduzioni a cura di Paolo Buzzetti e di Vincenzo Di Nardo, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell’Ance, di cui riportiamo qualche stralcio: “Negli ultimi vent’anni, il Partenariato Pubblico Privato (PPP), ovvero il coinvolgimento dei capitali privati per il soddisfacimento delle necessità pubbliche, è stato invocato da tutti i governi succedutisi come soluzione più semplice alla scarsità di risorse pubbliche da destinare alla modernizzazione del nostro Paese. (…)
Nel corso degli ultimi anni, la grande crescita del mercato del PPP in Italia, misurata solitamente dal notevole numero di bandi pubblicati, ha spesso velato la realtà sottostante.
Il PPP, infatti, è rimasto, spesso, un elenco di buone intenzioni che, però, hanno stentato a decollare, ovvero le iniziative intraprese hanno incontrato grandi difficoltà nel trasformarsi in interventi concreti. A tale proposito, abbiamo voluto offrire un quadro realistico della situazione, e
misurare la distanza tra i buoni propositi e la realtà del mercato del project
financing, che del PPP rappresenta la procedura più utilizzata (….)” (P.B.)
“Per gli interventi monitorati, pari ad oltre il 90% delle aggiudicazioni, si è
provveduto a contattare ciascuna delle amministrazioni concedenti, sottoponendo
loro un questionario finalizzato ad individuare non solo le tempistiche medie, ma,
soprattutto, le principali criticità riscontrate (…..)
Una delle carenze più frequentemente rilevate è una generalizzata inadeguatezza
dei contratti sottoscritti che dà luogo, troppo spesso, a contenziosi che rallentano lo
sviluppo delle iniziative e ne aggravano il peso economico. È nel contratto, infatti,
che deve essere definita, in modo inequivocabile, l’allocazione dei rischi tra le parti,
attraverso una corretta determinazione delle clausole contrattuali valide per tutta la
durata della concessione.
Per questo motivo, appare necessario prevedere una standardizzazione dei
contratti di finanza di progetto attraverso linee guida alle quali gli operatori possano
fare riferimento (…).
Un’ulteriore criticità emersa riguarda l’insufficiente attenzione alla gestione
finanziaria di tali operazioni. Per le iniziative di finanza di progetto, infatti, l’unica
garanzia della correttezza economico-finanziaria della proposta è attribuibile
all’asseverazione del PEF, uno strumento meramente formale ed assolutamente
incapace di assicurare l’effettiva bancabilità dell’iniziativa (…)” (V.D.N.)
Dall’indagine, che ha analizzato le gare bandite dal 2003 al primo semestre del 2012, emerge che sono state bandite 4.246 gare in project financing per un importo complessivo di 56.123 milioni di euro, di cui 32.024 milioni di euro per gare ad iniziativa del promotore e 24.098 milioni di euro per gare ad iniziativa pubblica.
Dal 2003 al 2009 sono state bandite 685 gare, cui 454 aggiudicate. Di queste, 259 ha visto l'inizio dei lavori e solo 169 l'inizio della gestione.
In particolare, le gare relative ad impianti sportivi sono state 46, di cui il 60.9% ha iniziato i lavori e il 50% ha iniziato la gestione.
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